"Il bambino deve vivere in famiglia"

Apr 20, 2013

Dopo il FORUM di Astana, incontri successivi per definire un piano di sviluppo “orfanotrofi”.

Come promesso, entriamo un po‘ più nel dettaglio di quanto già detto sul Forum di Astana, circa i cambiamenti che si prospettano nel paese riguardo la struttura degli orfanotrofi.
Il Forum è stato il primo atto pubblico di questo movimento denominato “il bambino deve vivere in famiglia”.
Gli scopi e gli obiettivi che il movimento si è dato sono sintetizzati così nel documento finale:

  • 1– sviluppo di forme di tipo familiare per l’accoglienza degli orfani e accelerazione del processo di deistituzionalizzazione
  • 2– creazione di infrastrutture che accompagnino le famiglie per l’accoglienza
  • 3– elaborazione di metodologie e loro applicazione per l’aiuto tempestivo alle famiglie e ai bambini in difficoltà.

Dopo il Forum, ha già avuto luogo un primo incontro ad Almaty per cercare di definire i primi passi di questo processo che si può immaginare quanto complicato e delicato sarà. Nelle prossime settimane, si prevede un altro incontro dove forse verranno prese le prime decisioni operative, a cui siamo stati invitati per dare il nostro contributo sui punti 2. e 3. del programma.

 

Uno stralcio del dossier “Il bambino deve vivere in famiglia”, firmato dall’associazione umanitaria kazaka HappyChild, presente al Forum come uno degli organizzatori.

“Noi, già da diversi anni tentiamo di operare per lo sviluppo di una struttura di orfanotrofio che non sia semplicemente di tipo familiare, ma centro di accompagnamento per la famiglia, spesso in maniera intuitiva, basandoci sulla nostra consistente esperienza di lavoro con bambini rimasti senza la tutela dei genitori.
Ma per un reale lavoro che diventi fruttuoso, sono necessari specialisti qualificati: psicologi, educatori nel campo sociale, pediatri ecc. E’ necessario, basandosi sull’esperienza internazionale, realizzare un programma metodologico di lavoro di tutti i servizi e gli specialisti, che lavoreranno con le famiglie a rischio, si occuperanno della riabilitazione dei bambini e offriranno consultazione e servizi per l’accompagnamento delle famiglie disponibili all’accoglienza.”